Le donne rappresentano il 50% della popolazione mondiale, eppure più dell’80% delle sperimentazioni di farmaci e terapie è effettuato sugli uomini.
“Per troppo tempo abbiamo considerato le donne come una deviazione dall’essere umano standard (uomo) e questo è il motivo per cui sono diventate invisibili. È tempo di un cambiamento, è tempo per le donne di essere viste.” (Caroline Criado Perez – Invisible Women)
La stigmatizzazione e il pregiudizio sulla salute delle donne, ignorata o respinta dalle comunità mediche di tutto il mondo, diventa la forza su cui far leva per la nascita di aziende e startup dedicate al FemTech (Female Technologies), con l’obiettivo chiaro e specifico di occuparsi della salute e del benessere femminile.
Cos’è il FemTech
Il FemTech è un settore che include le aziende e startup che si occupano di patologie e condizioni che:
- sono specifiche delle donne
- colpiscono le donne in modo diverso dagli uomini
- colpiscono le donne in modo sproporzionato rispetto agli uomini
Il termine è stato coniato nel 2016 da Ida Tin, fondatrice della famosa app Clue dedicata al monitoraggio del ciclo mestruale, che conta più di 10 milioni di utenti attivi al mese.
Il mercato del FemTech, pur essendo ancora molto piccolo, presenta tassi di crescita a doppia cifra anno su anno, con un valore stimato nel 2024 di circa 28 miliardi di dollari.
La maggiore attenzione alle patologie e alle condizioni tipicamente femminili ha permesso l’aumento della conoscenza sui problemi di salute delle donne con la conseguente crescita del mercato del FemTech in diversi segmenti:
- Ciclo mestruale
- Salute riproduttiva e contraccezione
- Gravidanza, parto e allattamento
- Assistenza famigliare e genitorialità
- Menopausa
- Consapevolezza sessuale
- Oncologia
- Salute pelvica
- Salute ginecologica
- Malattie croniche
- Salute e benessere in generale
- Nutrizione e integratori
- Emancipazione, finanza e sicurezza
Tra i più maturi e con il maggior numero di investimenti e aziende troviamo il monitoraggio del ciclo mestruale, salute e benessere in generale (pensiamo anche alle app per il fitness, la meditazione, la salute mentale), seguiti da salute riproduttiva e contraccezione e da oncologia.
Negli ultimi 70 anni, i tassi di fertilità nel mondo sono diminuiti del 50%, è aumentata la richiesta di servizi come la fecondazione in vitro (FIV) e la procreazione medicalmente assistita (PMA) e in generale si tende a fare figli sempre più tardi, a causa delle generali condizioni socio-economiche della popolazione.
1 coppia su 6 ha problemi di fertilità, ma il 75% delle coppie che hanno affrontato un percorso di assistenza alla fertilità lo hanno trovato più stressante di un divorzio e il 71% ha considerato l’idea di rinunciare a causa delle difficoltà burocratiche e del peso emotivo.
Aumenta quindi sensibilmente l’attenzione del FemTech al segmento della salute riproduttiva, dimostrando un’attenzione alle esigenze reali delle donne come mai accaduto fino ad ora in un settore economico.
Crescono negli ultimi anni anche le aziende che sviluppano soluzioni legate alla salute ginecologica e pelvica, alle malattie croniche (come endometriosi, vulvodinia, fibromialgia), alla menopausa e all’assistenza famigliare e genitorialità.
Leggi anche: enCICLOpedia. L’importanza della giustizia mestruale per la salute
Investire nel FemTech
Il mercato del FemTech, categorizzato e tracciato anche in termini di investimenti solo 10 anni fa (le prime startup sono del 2014), vede tassi di crescita costanti anno su anno ma rappresenta ancora solo l’1% del totale investimenti nel settore della Salute.
Gli Stati Uniti guidano la classifica degli investimenti nel FemTech con 5 miliardi di dollari raccolti dal 2019, seguiti da diversi paesi europei (ben 6 sui primi 10 paesi che investono nel FemTech si trovano in Europa): UK, Israele, Germania, Belgio, Francia, Spagna e Svezia.
Ciò dimostra il ruolo cruciale dell’Europa in questo settore che rappresenta un traino importante dell’economia futura in ambito Healthcare.
Tra gli unicorni più rilevanti del settore (che sono solo 9 in tutto), troviamo due aziende europee.
Flo Health, fondata in UK nel 2015, è l’app per il monitoraggio del ciclo mestruale più scaricata al mondo, con 70 milioni di utenti attivi mensili e ricavi oltre 100 milioni di dollari nel 2023.
L’azienda britannica ha inoltre raccolto un round di finanziamenti di oltre 200 milioni di dollari a luglio 2024, dichiarando di volersi espandere nei segmenti perimenopausa e menopausa, oltre che nell’investimento su strumenti di intelligenza artificiale.
È interessante notare che Flo Health è guidata da un team fondatore composto esclusivamente da uomini.
Le donne al vertice del FemTech
Nonostante l’attenzione rivolta alla salute delle donne, il settore del FemTech si trova ancora ad affrontare un divario di genere significativo. Solo il 21% delle aziende FemTech ha una (co-)fondatrice donna (anche se in altri studi si parla di 70%, dimostrando le difficoltà di questo nuovo settore di definirsi) e, dal 2014, solo il 10% degli investimenti nel settore è andato ad aziende fondate da donne.
Questa disparità evidenzia le sfide che le donne affrontano nel guidare e finanziare l’innovazione in un settore incentrato sulle loro esigenze.
Il FemTech in Italia e prospettive di sviluppo
Sebbene gli investimenti nel settore del FemTech in Italia siano ancora acerbi, dal 2023 si nota il primo interesse delle corporate per il settore.
Angelini Ventures ha investito 3 milioni di dollari a fine 2023 nell’app danese Freya e si appresta ad aumentare il suo interesse negli investimenti FemTech nei prossimi anni, con particolare attenzione alla parità di genere, distribuendo con equità gli investimenti in startup fondate da donne.
Anche Zambon ha dimostrato il suo interesse per il FemTech con il programma Open Accelerator rivolto alle startup che si occupano di scienze della vita, con focus sulle realtà FemTech.
Tra le startup in forte crescita in Italia nel settore FemTech troviamo Hale, una clinica virtuale per la salute vulvovaginale che comprende non solo aiuto nella diagnosi ma anche supporto psicologico, monitoraggio e una community molto attenta; Parentsmile, prima piattaforma europea dedicata al supporto famigliare e genitoriale; Sestre, startup pugliese che si occupa di nutraceutica per la salute femminile, con focus su disfunzioni ormonali e fertilità; Viola, una delle prime app al mondo ad occuparsi di violenza di genere, per creare spazi sicuri per le persone in Europa; Rame, una piattaforma dedicata al benessere finanziario delle donne, con una community che aiuta a trasformare la relazione con i propri soldi; This Unique e Laboratorio Sostenibile, che si occupano di prodotti mestruali sostenibili.
Tutte startup fondate da donne. Ci piace!
Molte di queste startup e investitori FemTech in Italia saranno presenti all’evento Tech4Fem: Improving Women’s Health il 19 settembre alle 18:00 presso il dotcampus, via Faleria 21 durante la Rome Future Week®. Un’occasione imperdibile per conoscere meglio questo settore e lasciarsi ispirare.
L’evento lancia il progetto Tech4Fem™, la prima community in Italia dedicata al FemTech fondata da Valeria Leuti con l’obiettivo e il desiderio di far crescere la consapevolezza sulla salute delle donne, per migliorare la loro qualità di vita. Info su www.tech4fem.it
*i dati di questo articolo sono presi da dealroom.co
Valeria Leuti