Foggiano, classe 1968, hai iniziato la tua carriera giovanissimo come editore di un settimanale di cultura e tempo libero, per poi accumulare esperienze significative come direttore e successivamente editore di emittenti radiotelevisive. Ti va di raccontarci come nasce la passione per la comunicazione, i new media e le tecnologie dell’informazione? C’è stato un momento o un evento specifico che ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?
La mia passione per l’innovazione e la comunicazione è sicuramente rintracciabile nel DNA: mio padre è stato uno dei pionieri nel settore dell’emittenza televisiva privata italiana ed un grande curioso e sperimentatore di tecnologia. Quindi, sin da bambino ho respirato l’energia fascinatoria del mondo dei media e della comunicazione, interessi che ho coltivato insieme all’informatica e ai videogames che poi mi hanno indirizzato in maniera naturale alle mie scelte formative e professionali. Infatti, dopo il diploma da programmatore ho proseguito con gli studi universitari in Economia. Ho unito i miei interessi per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato sin da ragazzo: diventare un imprenditore ed occuparmi di comunicazione, advertising, hi tech e new media.
Infatti, sin da quando ho iniziato la mia carriera professionale nel campo dell’editoria prima, nell’emittenza radiotelevisiva e pubblicità poi, ho investito tempo e risorse nello sviluppo e ricerca di soluzioni ICT per ottimizzare i processi aziendali attraverso le tecnologie d’avanguardia.
Non a caso l’80% delle architetture software, piattaforme gestionali e applicazioni utilizzate dalle mie imprese sono state sviluppate “in house”. Per questo, è dalla metà degli anni ‘90 che mi occupo di servizi professionali e progetti incentrati sull’ICT.
Nel 2015, quando l’accelerazione esponenziale delle nuove tecnologie 4.0 ha trasformato radicalmente i processi produttivi, mi sono reso conto che non si trovavano sul mercato le figure professionali necessarie ad accompagnare l’upgrade per attuare i miei obiettivi imprenditoriali, ormai orientati anche allo sviluppo di piattaforme web avanzate, VR, AR, IoT. Così, ho iniziato a interessarmi al mondo della formazione professionalizzante, dando impulso alla nascita della Fondazione ITS Apulia Digital Maker che, grazie ad un grande impegno del team e delle partnership, in pochi anni è diventato un modello di riferimento nazionale, sfruttando le opportunità delle congiunture favorevoli offerte dalle strategie messe in campo dalla Regione Puglia sia per il sistema ITS che per lo sviluppo del comparto ICT.
Gli ITS Apulia Digital Maker e Lazio Digital, di cui sei Presidente, si distinguono per l’approccio “imparare facendo”. Puoi descrivere in che modo questo approccio differisce dalla formazione universitaria tradizionale e come contribuisce a sviluppare competenze di alta specializzazione tecnologica?
Il modello del “Learning by doing”, già ampiamente testato nei sistemi d’istruzione professionalizzante di Paesi europei industrialmente evoluti e competitivi – come ad esempio Francia e Germania, dove la formazione duale è consolidata da decenni e a cui si è ispirata la nascita del sistema ITS nazionale – permette ai nostri corsisti un’acquisizione di competenze tecnico/professionali pratiche ed esperienziali, calibrate sui reali bisogni dell’impresa.
L’istruzione professionalizzante terziaria a ciclo breve, in sintesi, forma i tecnici specializzati in un contesto osmotico tra Impresa e Formazione. Le aziende, infatti, partecipando direttamente ai corsi, assicurano il trasferimento delle job skills secondo dinamiche di apprendimento laboratoriale, con una frequenza in presenza quotidiana, lunghi periodi di stage e piani di studio basati su moduli didattici consequenziali e organici per il raggiungimento di specifici obiettivi. Non ci sono esami per materia, ore di studio al termine delle lezioni o testi su cui prepararsi. La dimensione universitaria, come è noto, è invece indirizzata alla specializzazione disciplinare di ampio respiro per il mondo delle professioni, ha tempi, obiettivi strategici e metodologie differenti, stabiliti dalla mission della Ricerca scientifica.
Atenei e ITS Academy, quindi, non sono in antagonismo, ma rappresentano la necessaria complementarietà di cui ha bisogno il Paese per attivare gli urgenti processi di innovazione. Siamo però, in un periodo di grande trasformazione sociale ed economica e, a mio avviso, anche il sistema dell’Education sarà riformato per adattarsi ai nuovi scenari. Credo, infatti, che sia solo l’inizio di un cambiamento epocale e obbligato per il superamento dogmatico di schemi tradizionali, ormai anacronistici in relazione all’accelerazione della civiltà del digitale e ai dettami di uno sviluppo sostenibile. Già osservando alcune misure introdotte con la recente riforma degli ITS, espresse nella legge 99/2022 (es. corridoi tra ITS ed università) si può intuire che saranno attuate nuove politiche per adeguarsi alle sfide lanciate dai nuovi paradigmi del contemporaneo.
Qual è l’importanza, secondo te, di allineare le competenze acquisite durante il percorso di formazione con le richieste del mondo del lavoro attuale? E in che modo questo allineamento può influire sulla preparazione dei giovani e sulle opportunità di inserimento nel mercato futuro?
Come accennato prima, gli ITS Academy sono strettamente connessi al mondo delle imprese e, di conseguenza, sono già allineati al soddisfacimento dei reali fabbisogni del tessuto produttivo impegnato nella sfida della digitalizzazione, internazionalizzazione e innovazione tecnologica.
Le aziende dell’ICT non solo co-progettano i corsi su specifici fabbisogni del comparto di riferimento (es. big data, cloud, AI, java ecc.) ma mettono a disposizione i loro impiegati esperti – ben oltre il 70% nel caso dei nostri ITS – come docenti in aula per un trasferimento diretto delle competenze attraverso una didattica laboratoriale e pratica, da “officina dei saperi”. Completa poi il ciclo formativo l’attività di stage che prevede il 40% delle ore dei corsi (1800 per i nostri) – che, di normale prassi, trasforma questa esperienza “on the job” nel passaggio diretto al lavoro in azienda, dopo il conseguimento del diploma di V livello EQF.
In particolare le Fondazioni che guido, ha optato per la scelta di svolgere tutto il ciclo formativo in 15 mesi (11 mesi in aula e 4 in stage) proprio perché è sempre più necessario colmare in tempi rapidi il mismatch che caratterizza il settore ICT, in esponenziale evoluzione, in cui è immediata la richiesta di figure con adeguate competenze. Per questo per i corsi di Developer – sviluppatori software e app- registriamo un inserimento lavorativo del 97% dei diplomati entro poche settimane dalla fine dei corsi.
La sede di ITS Academy Lazio Digital nel quartiere del Pigneto a Roma, offre un ambiente unico che unisce storia, atmosfera artistica ed innovazione. Come avete integrato l’arte urbana e l’Intelligenza Artificiale nella vostra sede? Inoltre, quali progetti e iniziative avete sviluppato per valorizzare questa sinergia tra arte e tecnologia?
La sede si trova nel cuore del Pigneto, noto come il quartiere degli artisti della Capitale. L‘ITS Academy Lazio Digital ha saputo trasmettere l’atmosfera vivace e giovanile, così come l’integrazione sociale e culturale, attraverso una raffinata riqualificazione degli spazi che ospitano i corsi. Infatti, non ci sono solo aule, uffici e laboratori, allestiti con arredi di design e strumentazioni tecnologiche d’avanguardia, ma anche spazi di condivisione e networking, tra cui l’accogliente terrazzo, per favorire lo scambio di idee, progetti e l’osmosi tra il nascente ecosistema d’innovazione e la comunità di riferimento. Infatti, a giugno abbiamo organizzato un ciclo di incontri “Aperi-tech in terrazzo” con personalità interessanti della cultura d’innovazione tecnologica e digitale laziodigital.it
Per tradurre in maniera organica la nostra visione abbiamo così deciso di valorizzare anche la Street Art che caratterizza il Pigneto attraverso la scelta delle opere che tracciano un percorso espositivo nella sede. Si tratta di immagini che riproducono porzioni di murales presenti nel quartiere corredate di QR, che permette di localizzare la posizione urbana dell’opera. Inoltre, l’elaborazione del dettaglio grafico delle opere, è stata sviluppata con soluzioni di Intelligenza Artificiale.
Guardando attraverso la finestra della sede del Pigneto, con una vista sulla splendida città di Roma, vorrei chiederti: come immagini il futuro di questa affascinante metropoli? Credi che il mondo della formazione possa contribuire a rendere Roma un luogo migliore e più promettente per le generazioni future?
Mi viene in mente la famosa citazione di Tito Livio “Roma è una città fortunata, invincibile ed eterna”, non posso che immaginare che questa complessa metropoli, unica per vitalità, accoglienza ed apertura al mondo, non perderà mai il suo primato di Capitale culturale, non solo Europea ma mondiale. Ora la sfida è potenziare in tempi rapidi le opportunità di assicurare una formazione ed un’occupazione qualificata e soddisfacente alle generazioni future, che non avranno più bisogno di andare all’Estero per avere ambiziose possibilità di carriera nel campo dell’innovazione tecnologica. Sono sicuro che i percorsi offerti oggi dagli ITS Academy stiano già contribuendo a sbloccare e potenziare le capacità e le prospettive future.