Abbiamo intervistato Pasquale Borriello, CEO di Arkage, agenzia creativa e B-Corp tra le prime in Italia e al mondo ad essersi dotata di un manifesto sull’intelligenza artificiale, per parlare – ovviamente – di IA e di come Arkage abbia accolto la sfida ponendosi in testa alle aziende che stanno guidando questa rivoluzione tecnologica.
Durante la Rome Future Week, Arkage organizzerà due eventi sul tema dell’intelligenza artificiale il 16 e il 19 settembre.
Di recente Arkage ha dato il via a un ciclo di eventi online dedicati ai temi della sostenibilità, “Arkage for good”, in cui si è parlato anche di intelligenza artificiale. Come è nata questa iniziativa? Come si può usare l’IA il bene comune e perché è importante fare sistema?
Come Società Benefit e B Corp, abbiamo tra le nostre finalità d’impatto quella di contribuire all’evoluzione della nostra industry. La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale generativa colpisce direttamente il mondo della creatività e del business, per questo abbiamo deciso di organizzare una serie di talk divulgativi per esplorare gli impatti dell’AI. L’AI è una tecnologia, probabilmente la più potente mai inventata dall’uomo, e come tale può essere usata per il bene, oppure no. Sta a noi capire se useremo l’AI for Good o l’AI for bad. Da questo nasce il titolo del nostro ciclo di eventi estivi LinkedIn Live Arkage for Good, concluso con una festa nel nostro HQ romano di Trastevere per parlare di AI e Arte. Perché secondo noi l’arte – in termini di AI for Good – è il bene supremo.
Arkage è stata la prima agenzia in Italia ad aver manifestato il proprio codice di condotta sull’IA, una presa di posizione significativa. Perché avete ritenuto importante farlo e che peso ha l’IA, oggi, nei vostri processi interni?
Ad oggi il 40% del nostro lavoro è impattato direttamente dall’AI. Siamo sicuramente insieme a quelle aziende che guidano questa rivoluzione in termini di adoption di questa tecnologia. Ma da subito abbiamo deciso di definire i confini etici di questo utilizzo, tant’è che abbiamo fondato il nostro manifesto – tra i primissimi in Italia e al mondo – su principi che condividiamo tutti giorni con tutte le nostre persone: eticità, trasparenza, responsabilità. Siamo anche in 2 importanti gruppi di lavoro internazionale (CAI e C2PA) capitanati da aziende come Google, Adobe, Microsoft e OpenAI. Siamo una piccola eccellenza made in Italy in mezzo ai giganti della Silicon Valley.
L’IA è ormai presente in tutte le aziende, seppur con approcci e tempistiche diverse. Come possono coniugarsi efficacemente l’intelligenza artificiale e quella umana? Quale ruolo hanno l’etica, la formazione e la governance in questo contesto?
Secondo noi l’AI Generativa ha che fare fondamentalmente con il linguaggio e quindi con la capacità degli esseri umani di esprimersi tramite il linguaggio, ovvero comunicare. Le AI Gen sono anche multimodali, quindi per linguaggio intendiamo anche espressioni visive o audio, non solo testo. Non parliamo insomma dei chatbot e neanche del prompt engineering. Occorre infatti reimmmaginare il modo in cui organizziamo il nostro stesso workflow lavorativo. Usare l’AI significa ragionare in termini di task e d’impatto dell’automazione a 360°, non solo di produttività individuale (che è dimostrato, aumenterà grazie all’AI).
In quest’ottica, come comunicatori che fanno questo lavoro da oltre 20 anni, siamo ben posizionati per accompagnare le aziende nell’era dell’AI. Crediamo che sia necessario partire dalla formazione per poi definire le regole di ingaggio, ovvero la governance, nell’utilizzo di queste nuove tecnologie. Chiaramente, l’etica per noi è fondamentale perché l’AI rifletterà i valori dell’azienda, inevitabilmente. In qualche modo, renderà ancora più palesi le priorità aziendali: vogliamo usare l’AI per sostituire le persone e risparmiare sul conto economico? È una scelta aziendale, non ha nulla a che vedere con la tecnologia. Noi proponiamo un approccio in cui è sempre presente la capacità umana come validatrice del lavoro svolto dall’AI: crediamo che sia fondamentale che ci sia sempre uno human in the loop, anzi un expert in the loop.
Perché avete scelto di partecipare alla Rome Future Week? Che tipo di eventi state organizzando?
Abbiamo scelto di partecipare alla seconda edizione della RFW® dopo il grande successo dell’anno scorso, perché i nostri HQ sono a Roma e il 70% dei nostri dipendenti vive in questa città. Abbiamo contributo alla campagna che vuole posizionare Roma come capitale mondiale delle società benefit (Roma Impresa Comune) e quindi ci sembra coerente restituire alla nostra città contenuti e opportunità negli ambiti su cui ci sentiamo di poter contribuire: comunicazione e AI.
Due gli eventi che abbiamo organizzato nella nostra terrazza al vicolo della Frusta 8 di Trastevere, il 16 e il 19 settembre. Due live talk con nostri professionisti e specialisti da aziende partner per conversare insieme su:
- “L’importanza dell’etica nel mondo Human+AI”, che indaga la relazione umano/AI e fornisce consigli e best practice per favorire un approccio etico a tale relazione – 16 settembre;
- “Come essere più umani” che invece vuole proporre un punto di vista originale per promuovere un AI empatica e allo stesso ricordaci cos’è che ci rende veramente umani (piccolo spoiler: non è la capacità di usare l’AI) – 19 settembre.
I due eventi diffusi di Arkage organizzati in collaborazione con RFW fanno parte del nuovo ciclo di appuntamenti digitali e fisici “Arkage for Future”, una rassegna di talk con esperti e addetti ai lavori dedicata alle innovazioni AI e a come queste stanno trasformando il nostro lavoro e i nostri processi. Per saperne di più il programma completo qui.