RFW restituisce la città all’Europa
Diversi storici, personaggi televisivi e celebrità concordano spesso sul fatto che “Roma è la capitale d’Europa;” tuttavia, sebbene sussistano fondamenta storiche, geopolitiche e culturali a sostegno di questa bramabile dicotomia, cosa fa, Roma, per difendere questa eredità così ovvia, eppure a volte così virtuale e lontana?
Sono spesso città ai limes dell’impero che ricorrono proverbialmente come “fortemente europee” – si pensi ad Amsterdam, Berlino, Porto o persino Londra, che ormai da anni non è più formalmente europea. E dunque cosa manca a Roma per riscattare il suo primato, la genesi del sogno europeo, la sua maternità come prima inter pares?
È una domanda – e risposta – più che complessa, ma tuttavia, chi ha esperito Rome Future Week®, credo possa stropicciarsi gli occhi e dire di aver vissuto un evento Europeo con la ‘e’ maiuscola.
Gente sorridente, organizzazione impeccabile, tempistiche armoniche e conseguenti; una gestione più che orizzontale, che ha visto tanto i vertici, quanto i volontari, disponibili in una manciata di ore, minuti a volte.
Una disponibilità e capillarità di spazi, che rompe quel mormorio abitudinario sul bradipismo concessorio del Campidoglio, che invece ha visto nell’urbe davvero una Roma città aperta.
Un ritrovo di talenti da diversi campi, che non sono fuggiti dopo un incontro o due, ma che sono rimasti pazienti a conoscere nuove storie, biografie, progetti, utopie e obiettivi portati a termine. Minimo comune denominatore: il sorriso.
Come poche volte, lo scambio di business card si è tradotto, al ritorno, in una chiara memoria del viso e delle abilità dell’altro; i ringraziamenti, sempre in calce ai messaggi, sono sempre emersi come sinceri e autentici.
Rome Future Week è stato davvero un evento umano dal calibro nazionale, europeo e internazionale…
Da Roma, all’Europa, al mondo
E parlando di limes, futuro e internazionalità, cosa ci si può augurare per la prossima edizione di RFW?
Questa “buona la prima” ha promesso a oltre 5,000 followers un secondo capitolo che consolida la sua europeness e che punti a ulteriore internazionalità.
RFW potrebbe forse farsi foriera di un nuovo messaggio continentale verso i giovani, le start up, i pensatori… Tutti gli attori del futuro, insomma, che spesso vengono magnetizzati da questa Regina, ma poi non riescono a rimanerci.
Eppure, quid melius Roma (cosa c’è meglio di Roma) diceva un proverbio latino: la cucina migliore del mondo (secondo il World Atlas), il monumento più visitato del pianete (il Colosseo, secondo TripAdvisor), nonché uno dei quartieri più instagrammati del globo (Trastevere, secondo Instagram) – per citare solo alcuni dei record assoluti della capitale – l’urbe non poteva non avere una settimana che celebrasse questo patrimonio e che tuttavia lo diversificasse, inviando un messaggio di “Grande Bellezza” futura ai propri concittadini, al paese e al mondo.
Ci si augura dunque una partecipazione più multilinguistica, più multietnica, più multigender, più…
Visto il suo kick off, RFW promette davvero di essere l’evento dell’anno della capitale, che merita di tornare in auge nel panorama continentale e mondiale.
C’è un proverbio latino di chiusura, che potrebbe farci immaginare, metaforizzando e in proporzione, quello che ha innescato RFW quest’anno e che cita: nveni urbem roman lateres, revertor ad marmoris e che tradotto restituisce: ho trovato una città di mattoni, ve la restituisco di marmo.
Beh, buona continuazione di lavoro, Rome Future Week®, è stato bellissimo!