Come è nata la collaborazione tra Sony Computer Science Laboratories (Sony CSL) e il Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi (CREF) e su quali ambiti specifici di ricerca si concentra il vostro progetto congiunto?
Quando sono iniziate le trattative per l’apertura di un laboratorio Sony CSL a Roma, dirigevo già quello di Parigi che di lì a poco avrei accompagnato a festeggiare i suoi 25 anni di attività come unico centro di ricerca Sony in Europa. Ricordo che proprio in quell’occasione annunciai, insieme a Luciano Pietronero, presidente del CREF, che una piccola unità romana avrebbe di lì a breve mosso i suoi primi passi nella capitale. Ed è così che il 16 giugno 2022 abbiamo inaugurato Sony CSL-Rome, frutto di un accordo tra un ente pubblico (CREF) e uno privato (Sony CSL), unico nel suo genere e interamente a beneficio della scienza, cosa di cui andiamo molto orgogliosi.
La firma di un accordo del genere ha un significato enorme sia da un punto di vista scientifico sia da un punto di vista concettuale. Il patrimonio scientifico, unito alle competenze e conoscenze che il CREF porta dentro a questo accordo, consente di collegare il passato alle esigenze del futuro, nella consapevolezza delle sfide del presente quelle stesse sfide che Sony CSL intende affrontare. La collaborazione spazia in diverse aree di ricerca, tutte accomunate dal tema della creatività umana e di come essa possa essere “aumentata” grazie alle nuove tecnologie, prima fra tutte l’intelligenza artificiale, per trovare nuove soluzioni per le sfide del cambiamento: da come ripensare le città del futuro, in un’ottica di sostenibilità e inclusività, all’ecosistema dell’informazione, per mitigarne le patologie come disinformazione e hate speech e promuovere un dialogo sociale più ecologico e proficuo.
Qual è stato il motivo principale dietro la scelta di Roma come sede per il vostro laboratorio di ricerca di Sony CSL e in che modo prevedete che questa decisione contribuirà al contesto storico e culturale della città?
Da fisico, direi che entrare, in quella che fu la storica sede de “I Ragazzi di Via Panisperna” dove è conservata l’eredità scientifica di Enrico Fermi, era un’occasione troppo simbolica e allettante per non essere colta. Del resto furono lo stesso Fermi ed Ettore Majorana tra i primi a credere nell’interdisciplinarietà della fisica e nella sua possibile applicazione ad altri ambiti, come per esempio le scienze sociali. In qualche modo avevano preconizzato il futuro. Da direttore di Sony CSL – Rome, posso dire che, insieme ai ricercatori, abbiamo dato un’impronta particolare a questo lab.
Quello che facciamo è cercare di applicare i principi di fisica della complessità a fenomeni che hanno a che vedere con una dimensione sociale e lo facciamo cercando di usare la creatività come strumento per affrontare e risolvere i grandi problemi della nostra epoca. Per esempio, nella nostra installazione Kreyon City, chiediamo alle persone di costruire collettivamente una città fatta di mattoncini Lego, provando a creare soluzioni tangibili a problemi complessi come la mancanza di posti di lavoro, l’inquinamento, la mancanza di infrastrutture, etc.. Questo ci permette di studiare, per esempio, dove le persone avrebbero aggiunto abitazioni, dove aggiungerebbero punti commerciali, dove invece immaginano una zona verde e così via. Andiamo, quindi, verso modelli sempre più partecipativi di costruzione delle città, sempre più orientati alle reali esigenze dei cittadini e a una fruizione equa delle opportunità del tessuto urbano. Ovviamente è tutto molto più complesso di come la sto raccontando… quando si modifica qualcosa in una città si rischia sempre di alterarne gli equilibri, per questo bisogna poi proporre accurate pianificazioni, ma esplorare il mondo delle possibilità in maniera aperta e senza pregiudizi, può portare a risultati eccezionali e inaspettati!
Comunque, questo è solo un esempio, ma pensiamo che, non solo Roma si presti molto al nostro tipo di approccio scientifico, ma anche che la città eterna ne abbia davvero bisogno.
In che modo il laboratorio di Sony CSL Roma si differenzia dalle altre sedi del CSL in termini di focus di ricerca e obiettivi specifici?
Beh, innanzitutto avere un laboratorio di ricerca frutto di un accordo scientifico pubblico-privato rappresenta sicuramente un tratto di unicità per noi e anche le sinergie che abbiamo attivato con l’Università La Sapienza, con Roma Tre e con gli altri centri di ricerca a livello nazionale ed internazionale ci permettono di sperimentare un nuovo stile organizzativo, orientato verso una struttura agile in grado di cogliere nuove opportunità attraverso collaborazioni strategiche. A Sony CSL – Rome combiniamo, in un unico spazio concettuale, la scienze, le arti, l’impegno pubblico e le imprese per contribuire alla riprogettazione delle nostre società con un approccio coordinato e transdisciplinare che opera su scale spaziali e temporali molto diverse. Dalla scala temporale del presente al pensiero strategico a lungo termine. Dalla microscala degli interventi (città di prossimità e delle opportunità, mobilità sostenibile, processi produttivi, logistica, ecc.) alla scala più ampia dei temi complessi (sviluppo economico, pratiche democratiche e dialogo sociale, inclusione, valorizzazione di aree specifiche, ecc.).
Nello specifico abbiamo tre linee di ricerca fondanti, alle quali lavoriamo in collaborazione con i ricercatori CREF: Infosphere, Sustainable Cities e Augmented Creativity.
Infosphere affronta la sfida di riprogettare le tecnologie dell’informazione affinché sia più accessibile e per rendere il dialogo sociale più trasparente, comprensibile e sano. Sustainable Cities mira a fornire nuovi strumenti per la comprensione e il monitoraggio degli ambienti urbani al fine di renderli più sostenibili ed equi. Augmented Creativity studia la capacità dell’IA di comprendere la complessità dei sistemi aperti, per poter essere in grado di supportare la creatività e aiutare le persone a trovare soluzioni originali, brillanti e innovative.
Quale ruolo svolge una multinazionale come Sony in questa partnership con il CREF e come ritenete che la collaborazione con un ente pubblico come il CREF influenzerà la ricerca e l’innovazione?
La risposta a questa domanda ha molto a che fare con cosa è Sony CSL alla radice. Siamo una piccola cellula di ricerca immersa nella sconfinata galassia Sony. Non siamo quindi un dipartimento standard di Ricerca e Sviluppo (R&D), come si potrebbe erroneamente pensare, ma facciamo invece ricerca pura. Questo vuol dire che i nostri output non sono trainati dal mercato, né siamo obbligati ad occuparci di tematiche imposte dall’alto, anzi c’è una sconfinata libertà nel nostro lavoro.
Siamo guidati dalla volontà di contribuire al bene comune, ognuno col suo, come riassunto dalla nostra missione che recita: “Ricerca per il futuro dell’umanità e del nostro pianeta.”
Ora, il fatto che all’interno di una multinazionale sia stata concepita una dimensione come la nostra, già ben 35 anni fa, con l’apertura del primo laboratorio a Tokyo, è sicuramente indicativo del fatto che la ricerca pura ha un indiscusso valore per Sony, ma noi siamo un pianeta indipendente nella galassia. Certo viviamo tutte le “good vibes” che un contesto del genere comporta… ma vi assicuriamo che per PS5 ci siamo messi in fila come tutti gli altri!
Scherzi a parte, Parigi è stato per lungo tempo il solo laboratorio Sony CSL in Europa, ma ora l’ecosistema CSL si sta espandendo e Roma punta ad essere un punto di riferimento nel fornire idee per nuove soluzioni e nuovi scenari per le sfide dello sviluppo sostenibile.
Vittorio Loreto