15 - 21 Settembre 2025, Roma

La scuola romana che fabbrica campioni nell’ecosistema dell’innovazione

Mentre il campionato di calcio si è concluso in modo deludente per entrambe le squadre della capitale, ci sono calciatori “romanissimi” che tornano sempre vincenti dalle sfide importanti. Sono allenati dagli studenti e dai docenti dell’istituto Galileo Galilei, a pochi passi dalla fermata Manzoni della Metro A. Il Galilei, nato oltre cento anni fa, è la prima scuola ad indirizzo industriale della città, costruita sul sito dell’antico “Mercato delle Erbe” come una vera e propria “scuola fabbrica” in grado di formare le maestranze tecniche per la nascente industria romana. Il primo presidente del Consiglio di amministrazione è stato Guglielmo Marconi, l’imprenditore e inventore italiano, premio Nobel per la fisica, a cui dobbiamo i moderni sistemi e metodi comunicazione senza fili. E ancora oggi gli studenti tengono alto il nome e il prestigio della scuola costruendo e programmando i migliori robot, attaccanti e difensori, in grado di sfidarsi, giocando in modo autonomo, nella categoria soccer dei campionati di robotica, in Italia e all’estero.

SPQR1 e SPQR2

Alla recente RomeCup 2023, dal 3 al 5 maggio nella capitale, ospitata dall’università Campus Bio-Medico di Roma e nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, la squadra SPQR2 ha vinto il titolo italiano ed è stata selezionata per partecipare ai mondiali di robotica che si svolgeranno dal 4 al 10 luglio a Bordeaux in Francia.

La squadra SPQR1 è da poco rientrata dalla Croazia (Varaždin, 4-7 giugno 2023) con il titolo di Campioni d’Europa nella categoria Soccer Light Weight. In squadra gli studenti Vito Sorianello, Luca Dell’Aversana e Daniele Ricci con i docenti Massimiliano Manfrè e Paolo Ducci nel ruolo di mentor. All’European RoboCupJunior Championship 2023 hanno partecipato alle sfide 178 team di 26 paesi in tre categorie soccer (calciatori), rescue (soccorritori) e onstage (performance).

Il calcio tra i robot

I robot calciatori giocano in modo autonomo, cioè senza essere telecomandati, con palleggi, passaggi e goal, grazie a un pallone speciale. La partita si svolge in due tempi di 10 minuti con una pausa di 5 minuti. Per individuare la palla (RoboSoccer Ball) i robot usano speciali sensori e, al fine di evitare urti tra le pareti dei campi e tra gli stessi giocatori, emettono impulsi ultrasonici e calcolano il tempo di ritorno dell’impulso per determinare la distanza di un eventuale ostacolo. Una bussola elettronica (Compass) fornisce al computer di bordo l’orientamento del robot per la navigazione e per evitare l’autogol. Alcuni robot sono dotati di meccanismi meccanici e pneumatici per il trattenimento (Roller) e calcio della palla (Kicker). Il campo di gioco, tappeto verde su superficie dura, misura 122 x 183 cm. I robot della categoria Light Weight League hanno la stessa dimensione di Open League (max 22 cm di altezza e di diametro) ma sono più leggeri, 1.100 g invece di 2.400 g e meno “potenti” (batterie a 12 V invece di 15 V). Nella categoria Open si gioca con la palla arancione “passiva”, mentre Light mantiene la pallina attiva a radiazione infrarossa (IR).

Storie di campioni

Due volte sul podio dei mondiali di robotica, nel 2014 in Brasile e nel 2015 in Cina, Emanuele Alfano ha cominciato a fare il formatore mentre era ancora studente. A 18 anni ha rilasciato la sua prima intervista al Tg2. Ha partecipato come espositore a diverse edizioni di Maker Faire Rome. È stato tra gli animatori dei pomeriggi robotici della Fondazione Mondo Digitale e formatore del programma Coding Girls. Oggi Emanuele ha 26 anni. È laureato in ingegneria dell’automazione e informatica e lavora in Enel.

Davide Aloisi, 27 anni, lavora come data scientist per Leonardo, una delle aziende italiane più innovative e con maggiori investimenti in R&S. Nel 2014 a João Pessoa in Brasile Davide, allora studente 18enne del Galilei di Roma, insieme a tre compagni, è salito sul podio della RoboCup, conquistando il titolo di campione del mondo nella programmazione dei robot calciatori. Hart, il suo robot pittore, si è esibito alla Maker Faire e al Media Art Festival. Nel tempo libero Davide coltiva la passione per la tecnologia a codice aperto, mettendo le sue competenze a disposizione della comunità con l’Officina del recupero della Palestra dell’Innovazione. Durante la prima fase dell’emergenza sanitaria ha rielaborato un modello disegnato da un ingegnere asiatico e ha stampato in 3D mascherine protettive, distribuendole gratuitamente.

La robotica sociale 

La RomeCup, ideata e organizzata annualmente dalla Fondazione Mondo Digitale, è un multi evento dedicato all’ecosistema dell’innovazione su tre assi, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita, e con una visione strategica: le nuove generazioni come tecnologia abilitante per lo sviluppo. Dal 2007 la RomeCup avvicina le nuove generazioni allo studio delle materie scientifiche e sviluppa competenze e profili professionali per l’occupazione. Ogni edizione propone nuovi “fili rossi” (donne della scienza, spin off della robotica, Industria 4.0, scienze della vita ecc.) per creare connessioni e arricchire l’ecosistema dell’innovazione con alleanze verticali e trasversali. Laboratori didattici, competizioni di robotica, sessioni di orientamento universitario, contest creativi, hackathon, talk ispirazionali, sessioni di role modeling: la RomeCup coinvolge in un’esperienza immersiva straordinaria sul presente e il futuro dell’uomo. È un originale modello di acceleratore verticale per lo sviluppo, che coinvolge scuole, atenei, centri di ricerca, startup, pmi e distretti produttivi.

Cecilia Stajano

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