Crisi ambientale sempre più evidente, pandemia, guerra in Ucraina hanno messo ancora più in risalto la domanda che l’uomo si pone fin dalle origini: qual è il senso della mia esistenza? Perché sono qui? Se alzo gli occhi al cielo sprofondo nell’universo, milioni di stelle e forse di altri pianeti, se guardo la natura scopro un mondo meraviglioso fatto di animali, piante, fiori ma anche di lotta per la sopravvivenza.
In questi ultimi anni la tecnologia è cresciuta in modo incredibilmente veloce spesso anche grazie alla ricerca in ambito militare per cui oggi ci troviamo in un mondo dove è forse molto più facile perdere il senso di ciò che sto facendo se confrontato anche solo a 50 anni fa. Certo abbiamo la possibilità di fare tantissime cose usando il digitale ma tutto è diventato estremamente complesso e soprattutto sono emersi lo stesso tantissimi squilibri: miliardi di persone in sofferenza ed oggi spesso costretti a migrare e dall’altra pochissimi straricchi che non potranno mai usare o spendere i soldi accumulati perché una vita non basta di sicuro. Tralascio poi l’assurda e per me inutile spesa per armamenti che paradossalmente invece di diminuire aumenta perché se non troviamo dei nemici alla fine ce li dobbiamo inventare.
Allora come trovare e capire se esiste veramente il senso di tutto questo? Forse come sostiene qualche sociologo la tecnologia alla fine ci ha reso più stupidi creando dipendenza nel senso che abbiamo sempre bisogno di qualcosa per passare il tempo: cellulare, internet, televisione, social media…soffocando la nostra creatività e le nostre aspirazioni.
Secondo lo psichiatra Alfred Adler[1] ognuno di noi ha la possibilità di scelta in qualsiasi momento della sua vita. Non c’è nessun copione da seguire. Non importa da dove veniamo o quali siano i traumi che abbiamo vissuto in passato. La vita di tutti noi è una pagina bianca che possiamo scrivere e riscrivere come vogliamo, specialmente se prendiamo piena coscienza dei motivi per cui facciamo quello che facciamo.
Per Adler I tre passaggi necessari a trovare il senso della vita[2]:
- Primo step: l’auto-accettazione, nella psicologia Adleriana il primo passo per scoprire il vero senso della propria vita sta nell’auto-accettazione, in quello che lui stesso definisce come “il coraggio di essere normali”.
- Secondo step: la libertà di vivere nel qui e ora La differenza sostanziale tra chi vive proiettato nel futuro e chi vive pienamente il presente è che quest’ultimo si gode ogni minuto della propria esistenza
- Terzo step: contribuire alle vite degli altri. Eccoci arrivati alla componente principale, ciò che dà direzione e senso alla crescita personale. Visto che vivere nel presente rischia di diventare un approccio incentrato sulla ricerca del piacere fine a sé stesso, Adler fornisce una guida per valutare il valore delle nostre azioni: il contributo alle vite degli altri. Se vogliamo capire pienamente qual è il senso della nostra vita dobbiamo abbinare all’auto-accettazione questo principio chiave. Non può esserci senso alla vita se quello che si fa non ha qualche forma di utilità sociale. E l’utilità sociale è il parametro con cui si può distinguere un obiettivo di vita utile da un obiettivo di vita inutile.
E’ da questo terzo step che è nata l’idea di creare Sensers una idea di piattaforma digitale dove ognuno può arricchire il senso della propria esistenza aiutando o collaborando con gli altri.
[1] Alfred Adler (Rudolfsheim, 7 febbraio 1870 – Aberdeen, 28 maggio 1937) è stato uno psichiatra, psicoanalista, psicologo e psicoterapeuta austriaco.
[2] Dentro la tana del coniglio
Tre sono i principi fondamentali di Sensers:
- “DARE un SENSO” a ciò che accade intorno a noi
- Ogni individuo, ogni gruppo può partecipare a migliorare il mondo facendo qualcosa di utile, creando una “MISSION”
- MISURARE questo SENSO
SENSERS vuole creare un ecosistema digitale che si propone di misurare e premiare la cooperazione e la solidarietà Il primo step è la creazione di una piattaforma basata sulla creazione di una community sperimentale perché l’interazione tra gli utenti è fondamentale.
Progetti, idee, contenuti, offerte commerciali si chiameranno tutte Mission, in quanto ogni utente che si iscriverà alla piattaforma avrà una simbolica Missione da compiere sia questo un prodotto, un servizio, il finanziamento di una startup, una offerta di lavoro volontario o un offerta commerciale. La Mission aiuterà il partecipante a trovare un nuovo senso alla propria vita. Il binomio Stato e Mercato è in via di superamento e dovrà contemplare anche la Comunità. La comunità di SENSERS vuole migliorare il benessere personale e collettivo facilitando relazioni significanti (non solo economiche) e qui sta l’innovatività della proposta di SENSERS: gli utenti, pur portando avanti i propri interessi, partecipano sapendo di essere anche a servizio degli altri.
L’ambiente ideale di SENSERS è quindi una piattaforma digitale che supporti la nascita di comunità virtuali a che poi si estendano anche nel mondo reale appena possibile. Sono quattro gli assi fondamentali su cui è stata pensata la piattaforma:
- Il Social Network Marketplace: per interazioni tra SENSERS e lo scambio/vendita di prodotti/servizi, banca del tempo, in ottica di social e sharing economy
- Il Crowdsourcing: per raccolta e gestione di collaborazioni, donazioni ed attività di crowdfunding
- Un token o una moneta virtuale per dare un peso economico alle varie attività
- Un motore intelligente, usando algoritmi di intelligenza artificiale in grado di valutare la capacità individuale, di un gruppo e di una organizzazione di creare valore economico e sociale.
Il target iniziale di Sensers è il vasto mondo del non profit che spesso ha difficoltà a valorizzare proprio il lavoro dei volontari. Sensers potrebbe inoltre collegarsi anche ad altre piattaforme esistenti che misurano ad esempio l’impatto sociale delle attività di organizzazioni di vario tipo, associazioni, fondazioni ecc.
Sensers è una startup (srls) nata da quattro soci visionari circa due anni fa, siamo partiti da una semplice piattaforma per la gestione di terreni agricoli non utilizzati per poi arrivare a tanto altro…In questi anni non siamo riusciti a trovare la strada giusta per sviluppare la nostra idea, abbiamo sentito molti interlocutori, tre importanti aziende di software grazie alle quali abbiamo constatato che lo sviluppo da zero della piattaforma è troppo costoso e non alla portata delle nostre capacità economiche. Abbiamo pensato allora che un compromesso potrebbe essere di personalizzare delle piattaforme di community management già esistenti come Hivebrite o Raklet per agevolare uno sviluppo più rapido
Stiamo comunque cercando partner ed aziende interessate a condividere il nostro progetto ed a supportarci anche economicamente. Come soci siamo aperti a varie alternative e/o soluzioni purché il nostro sogno trovi compimento anche se molto gradualmente o in modo parziale.
“Ricorda finché porterai un sogno nel cuore, non perderai mai il senso della vita”. Mahatma Gandhi
Dario Paoletti