Come immaginiamo la nostra città del futuro? Macchine volanti a parte, vorremmo certamente che il luogo in cui viviamo rispecchi le nostre esigenze, quelle di tutti i giorni, anche le più banali: aria pulita, spazi grandi e verdi, una buona connessione internet (ormai necessaria a praticamente qualunque lavoro), grande offerta di servizi pubblici per tutte le necessità.
D’altronde, quando ci trasferiamo, diamo sempre priorità a quelle zone definite “fornitissime” di servizi. Questo semplice ragionamento sta dietro al concetto di città dei 15 minuti.
Parchi, fermate del trasporto pubblico, asili nido, centri culturali, luoghi dello sport e altri presidi fondamentali: questo modello di urbanistica permette di averli tutti a disposizione all’interno dei nostri quartieri, a pochi passi dalle nostre case.
Questa visione di città policentrica, accessibile e sostenibile può e deve essere possibile anche da noi ed è infatti al centro degli obiettivi delle linee programmatiche del Comune di Roma, del sindaco Roberto Gualtieri e della sua Giunta.
Proprio per conto dell’assessorato per il Decentramento, la partecipazione e i servizi al territorio per la città dei 15 minuti, noi di IZI Lab abbiamo realizzato una ricerca che ha permesso di produrre un primo modello di rappresentazione dell’accessibilità, con tanto di mappe interattive, a tre diversi servizi fondamentali all’interno di una comunità: istruzione, salute e mobilità (con specifico riferimento al trasporto pubblico su ferro).
I risultati non hanno fatto che confermare un vulnus ben noto della nostra capitale: la disponibilità di servizi ruota tutta attorno al centro cittadino, in particolare all’interno del perimetro tracciato dal Grande raccordo anulare, con sprazzi di best practice in alcune zone della periferia est.
La fotografia di Roma scattata dalla nostra analisi ha mostrato quindi una città promettente, ma con ancora degli ostacoli da affrontare per rendere i suoi spazi più a misura di residente.
L’interesse suscitato dai risultati di questo primo modello ci ha portati ad approfondire maggiormente il potenziale della città.
Ne abbiamo prodotto quindi un secondo lo scorso aprile, questa volta incentrato sui altri temi imprescindibili per garantire una qualità di vita al pari dei migliori standard europei: digital divide, in relazione alla tipologia di connessione presente nelle diverse aree della città, il verde urbano, dove si mostra il grado di prossimità al verde nelle varie zone di Roma e infine il livello di cultura, ovvero il grado di prossimità ai servizi culturali quali musei, teatri, biblioteche e sale concerto
I risultati? Anche in questo caso, per raggiungere, per esempio, un servizio culturale a piedi in periferia i tempi si allungano fino ad un’ora e anche oltre.
Da qui dovremmo ripartire per ripensare la nostra città e il nostro modello urbano.
Saranno analisi come queste a far conoscere ai decisori politici (locali, nazionali ed internazionali) le barriere da superare per organizzare al meglio i luoghi e gli spazi pubblici, in modo da riconnettere i grandi centri urbani con le esigenze dei suoi residenti.
E per immaginare un’altra forma di città, sempre più a misura di cittadino.