15 - 21 Settembre 2025, Roma

Il ruolo dell’insegnante nella società del futuro

Nel mio ruolo di formatrice e CEO di un’importante accademia romana sono 15 anni che mi chiedo quotidianamente di cosa hanno bisogno i giovani di oggi, specialmente coloro che si affidano alla nostra struttura per essere accompagnati nel delineare il proprio futuro.

Rispetto a questo, sento di avere una vocazione a cui non intendo sottrarmi, e cioè capire le loro esigenze, immedesimarmi nella loro esperienza di vita, addentrarmi nelle loro speranze, ed intuire i loro sogni.

Credo infatti che l’efficacia dell’insegnamento passi soprattutto nel trovare le vie più corrette ed efficaci per comunicare con l’interlocutore, in questo caso lo studente, che mi piace pensare non in veste di discente ma soprattutto di portatore di una realtà soggettiva ed affascinante.

Credo infatti che noi docenti impariamo tantissimo dai nostri studenti e che l’occasione di essere insegnanti sia un grande onore ed una inesauribile fonte di crescita personale.

La sfida della comunicazione nella società contemporanea

La società in cui viviamo non è un ambiente particolarmente favorevole alla connessione con sé stessi, anche perché gli stimoli che riceviamo dai mezzi di comunicazione sono spesso eccessivi e pressanti; questo può causare nei giovani (ma non solo in loro) un profondo senso di spaesamento e solitudine. Sensazioni che spesso rivedo negli occhi dei miei studenti.

Ma se è vero che la cosiddetta società liquida nuoce gravemente alla focalizzazione e non agevola la creazione di uno spazio ‘vuoto’ in cui ritrovare sé stessi, è anche vero che la gioventù di oggi è affamata di sapere e di imparare cose nuove, ed ha nel proprio DNA un approccio multidisciplinare alla conoscenza.

In particolare, ho riscontrato che i giovani, oggi, sono molto vogliosi di trovare una guida, un mentore, che possa indicar loro la direzione e guidarli con pazienza ed amore verso le sfide che sanno già di dover intraprendere.

Se paragono la mia esperienza di crescita a quella che intravedo in loro, non posso fare a meno di notare che il loro livello di maturità e lucidità su molti argomenti è decisamente superiore a quello della mia generazione. La qual cosa è positiva anche se spesso si accompagna ad una sorta di disincanto, che un po’ mi spiace leggere in loro: è come se già conoscessero ‘la fine della storia’, evidentemente influenzati da una diffusione capillare ed insistente di messaggi e informazioni. Il problema è che spesso questo enorme portato comunicativo è confuso, caotico e decontestualizzato.

Quindi dobbiamo desumere che gli obiettivi formativi, oggi più che mai, sono strettamente interconnessi e dipendenti dalla gestione della comunicazione con gli studenti.

Il docente ha un ruolo importantissimo: quello di guidare, in maniera discreta ma costante e presente, i propri studenti e studentesse nel proprio percorso di crescita professionale, che è anche umano.

La domanda a questo punto sorge spontanea: come comunicare correttamente e con chiarezza concetti complessi e profondi in una società che comunica in maniera superficiale, spesso inesatta, e nella migliore delle ipotesi, frammentata?

La risposta non è semplice, e tuttavia bisogna trovarla.

Innovare l’insegnamento: un approccio esperienziale e interattivo

È proprio grazie a domande come queste, costantemente nella mia mente, che penso quando mi approccio ad una nuova classe di studenti, ed è specialmente al tema del coinvolgimento che mi interrogo quando creo le diverse strategie per migliorare il mio metodo didattico.

Nello specifico, insegnando materie teorico/storiche, so quanto possa essere complesso far passare alcuni concetti relativi alla storia o alla storia delle arti, che rischiano quindi di rimanere astratti o che gli studenti possano interiorizzare con difficoltà.

Per questo motivo ho ideato un metodo particolare ed innovativo che cerca di essere quanto più possibile interattivo ed esperienziale.

Il mio approccio consiste da un lato nel coinvolgimento diretto degli studenti sulle tematiche trattate, e dall’altro nell’invitarli a creare costantemente connessioni interdisciplinari legando il più possibile ogni argomento trattato ad aspetti della loro reale esperienza di vita. In questo modo cerco di fornire loro gli strumenti non solo per lo studio di queste materie, ma anche per decifrare questa realtà così complessa in cui tutti ci troviamo a vivere.

Nel trattare i diversi argomenti storici e storico-artistici che affrontiamo con il progredire del programma, coinvolgo i giovani studenti in attività laboratoriali e pratiche che permettano loro di sperimentare in prima persona ciò che spiego. In questo modo ottengo da loro una loro maggiore attenzione ed interesse.

Così facendo sentono molto più vicini a loro i diversi artisti che hanno fatto la storia, che scendono finalmente dal piedistallo di libri nei quali sono stati posti, per affiancarli nel loro percorso ed improvvisamente quelli che sembravano concetti astratti, ermetici e lontani dalle loro vite, diventano strumenti di connessione e comprensione della realtà.

Luna Todaro

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