Ciao Giovanna, siamo molto curiosi di scoprire la tua storia e il percorso che ti ha portato ad essere la persona che sei oggi. Nata a Bari e laureata in giurisprudenza, ci piacerebbe approfondire le motivazioni che ti hanno spinto ad intraprendere la carriera notarile. Cosa ti ha affascinato di questa professione?
La scelta di intraprendere gli studi per affrontare il concorso notarile è stata per me il naturale esito del particolare interesse che ho maturato per il diritto civile e il diritto commerciale durante l’Università. Tutti gli studenti delle Facoltà di Giurisprudenza, quando si avvicinano alla fine del corso di laurea, iniziano a chiedersi se intraprendere gli studi per una delle classiche professioni giuridiche – ossia quella di avvocato, magistrato o notaio – o se fare tutt’altro. È una scelta complessa perché comporta un investimento importante sul proprio futuro e spesso non si hanno gli strumenti per compierla con il giusto grado di consapevolezza. Io ho scelto di perseguire la strada del notariato guidata dal desiderio di lavorare occupandomi di ciò che più mi era piaciuto studiare durante il corso di laurea. Nel tempo questa intuizione si è rivelata corretta perché, solo in quanto motivata da un profondo interesse per gli studi, ho avuto l’energia e la determinazione per affrontare il concorso notarile che resta uno dei concorsi pubblici più complessi e selettivi in assoluto. Oggi svolgo con sincera passione questa professione, cercando di onorare quotidianamente la delicata funzione che il nostro Ordinamento assegna al notaio.
L’interesse per l’innovazione, poi, e l’essermi nel tempo specializzata in materia di diritto societario, mi ha portata a essere particolarmente vicina al mondo startup, che mi appassiona sia per la tipologia di lavoro che mi consente di svolgere, sia per l’energia e la voglia di fare che caratterizzano questo mondo.
Seguire la nascita e l’evoluzione nel tempo delle startup, mi consente di sentirmi parte integrante di un processo di cambiamento e di crescita, cercando insieme ai founder le soluzioni tecniche di volta in volta più adatte alle loro esigenze.
Tutto questo è molto stimolante e lo considero un vero privilegio.
In che modo credi sia possibile trasformare l’immaginario collettivo che spesso limita alcune professioni principalmente agli uomini, e come possiamo sfidare gli stereotipi di genere nel contesto lavorativo?
Posso chiaramente parlare solo per la categoria professionale di cui faccio parte, quella dei notai. Stando ai dati, in Italia ci sono 5.141 notai di cui 1.962 donne e 3.179 uomini. C’è quindi una differenza numerica già ben visibile ma il numero delle donne che vincono il concorso notarile cresce progressivamente nel tempo e – se questo trend continuerà – si raggiungerà in tempi brevi una effettiva parità, quanto meno numerica.
Il punto però è capire quanto a un dato numerico che lascia ben sperare, corrisponda poi una reale parità di genere, sia nelle dinamiche interne alla categoria che nella percezione del ruolo del notaio da parte della clientela.
È vero purtroppo vero, infatti, che – seppure di rado, nella mia personale esperienza – capitano episodi spiacevoli, anche talvolta dovuti solo all’utilizzo di un linguaggio o di un atteggiamento inadeguato.
Quando succede, queste circostanze vanno evidenziate, con fermezza e tranquillità, nel momento stesso in cui si presentano, stigmatizzando immediatamente, senza lasciare che si sedimentino o lascino spazio a fraintendimenti. È stato dimostrato, del resto, che le aspettative e i comportamenti sessisti influenzano negativamente le prestazioni, il senso di appartenenza, la salute mentale e la soddisfazione sul posto di lavoro. In nessun modo si può essere complici di questo processo.
Sei tra i founder dell’associazione no profit “Il Cielo Itinerante”. Come è nata l’idea e come pensate di avvicinare i bambini e le ragazze provenienti da situazioni di disagio alla scienza e allo studio delle materie STEM?
Insieme ad Ersilia Vaudo ed Alessia Mosca abbiamo fondato nel 2021 “Il Cielo Itinerante”, un’associazione non-profit con l’obiettivo di avvicinare allo studio delle materie STEM i bambini e le bambine in situazioni di povertà educativa e disagio sociale, sperimentando metodi formativi innovativi, sia negli ambiti di intervento sia nelle modalità operative.
Consideriamo la cultura scientifica, matematica e tecnologica uno degli elementi essenziali per una società inclusiva, che offra uguaglianza di opportunità per tutti, indipendentemente dal livello socio economico di provenienza. Il nostro Paese però presenta un allarmante gap rispetto all’apprendimento delle materie STEM, trovandosi agli ultimi posti tra i paesi europei nei test di scienze con uno dei cali maggiori negli ultimi anni tra i paesi OCSE.
Abbiamo quindi deciso di mettere a disposizione le nostre energie per cercare di generare un piccolo cambiamento.
Quali sono gli obiettivi e le attività principali dell’iniziativa “Italia Brilla – Costellazione 2023” e come mira a portare la scienza e l’educazione scientifica nelle regioni d’Italia?
Il progetto Italia Brilla – Costellazione 2023 si sviluppa attraverso un viaggio in tutte le regioni d’Italia per portare la scienza dove di solito non arriva, attivando, attraverso laboratori scientifici e l’osservazione del cielo, curiosità e nuovi desideri per il futuro delle bambine e dei bambini coinvolti.
Durante ogni tappa del tour, i bambini hanno la possibilità di partecipare a diversi laboratori pratici. Tra i più amati, “Earth in a bubble” introduce le potenzialità dei satelliti nel capire come sta cambiando il nostro pianeta dallo spazio e come questi siano utili per comprendere il surriscaldamento globale; “Lanciatori spaziali”, invece, permette ai bambini di capire come viene lanciato in orbita un satellite e come funziona il lanciatore VEGA, utilizzato dall’Agenzia Spaziale Europea.
Infine, al termine di ogni nostro intervento, è prevista l’osservazione di Luna, costellazioni e galassie con telescopi professionali: ancora ad oggi sicuramente la parte più suggestiva ed emozionante per tutti.
Siamo convinte che scoprire il cielo attraverso il gioco e mettere l’occhio ad un telescopio siano elementi in grado di attivare una trasformazione profonda: il desiderio di proiettarsi oltre il contesto di provenienza e immaginare scenari di futuro diversi per sé stessi.
Sarà inclusa una tappa a Roma e quali iniziative specifiche sono previste per coinvolgere la comunità romana?
Sul territorio romano sono state svolte fino ad oggi due delle tappe del tour Italia Brilla – Costellazione 2023: la prima insieme a Leonardo, presso l’associazione TorPiùBella, e la seconda insieme a Save the Children nel Punto Luce Roma Ponte di Nona.
Inoltre, è partito proprio ieri il summer camp romano parte di Operazione Cielo, il nostro nuovo progetto che si propone di sperimentare un metodo altamente innovativo di insegnamento della matematica, il metodo Youcubed, messo a punto dalla professoressa Jo Boaler, Professor of Mathematics Education alla Stanford Graduate School of Education. Al cuore dell’approccio, una relazione con la matematica fortemente esperienziale – funi, cubi e forbici sostituiscono carta e penna – che valorizza la cooperazione e l’ascolto, riuscendo progressivamente a ribaltare convinzioni radicate, come quella di “non essere portati” per la materia. I bambini parteciperanno a quattro settimane di attività, dalle quali ci aspettiamo grandi progressi! Si stima, infatti, che 20 giorni di esposizione a questo metodo portino a risultati che, con approcci convenzionali, richiederebbero oltre due anni.
Le attività si svolgeranno presso l’IC Melissa Bassi nel quartiere di Tor Bella Monaca grazie al sostegno di Fondazione Bulgari e con la collaborazione della Cooperativa Sociale Antropos e di Dopolavoro Matematico.
Giovanna, essendo originaria del sud e avendo sviluppato una rete di attività in tutto il Paese, potresti condividere la tua esperienza sull’ospitalità e sull’accoglienza che hai ricevuto nella Città Eterna?
Roma è una città complessa, come tutte le città così estese e in cui accadono così tante cose. Per queste ragioni può farti sentire al contempo abbandonato ma anche libero, può darti l’impressione che tutto sia estremamente difficile o, al contrario, di avere tante occasioni e possibilità che altrimenti non avresti. Io mi sono trasferita a Roma per lavoro anni fa e i pochi amici che avevo allora sono stati la mia famiglia e mi hanno fatto sentire accolta. Anche l’ambiente di lavoro è importante per sentirsi parte di una nuova comunità. Su questo ultimo punto – quello dell’integrazione professionale – mi auguro che in futuro Roma possa offrire di più, in termini di occasioni, dato che purtroppo sono ancora moltissimi i giovani che preferiscono andare all’estero o trasferirsi in altre città italiane.
Roma, con la sua bellezza, il suo prestigio, la sua storia e la presenza delle Istituzioni ha tantissimo da offrire e credo dovrebbe incentivare di più i talenti italiani e stranieri e sceglierla come luogo in cui realizzare i propri progetti professionali e di vita.