Abbiamo intervistato Andrea Porcu, direttore generale del Santagostino, per parlare di innovazione in sanità e di come questa azienda interpreta il futuro, mettendo al centro il paziente ed il ruolo del digitale.
Benvenuto Andrea. Il tuo percorso lavorativo passa da esperienze in direzione generale e sviluppo business internazionale, passando attraverso una varietà di industrie high-tech lavorando per grandi gruppi come Accenture e Leonardo/Finmeccanica. Hai poi co-fondato la Talent Garden Innovation School e sei stato una figura chiave nell’evoluzione del modello di business e organizzativo di Talent Garden, per poi assumere il ruolo di Direttore Generale del Santagostino. Potresti condividere con noi come questa combinazione di esperienze ti ha preparato a guidare l’innovazione nel settore sanitario?
Credo che ogni tappa della mia carriera abbia contribuito in qualche modo alla preparazione per il mio ruolo attuale. Le mie esperienze precedenti nelle industrie high-tech mi hanno dato una profonda comprensione dell’importanza dell’innovazione e dell’agilità in un ambiente in rapida evoluzione. Queste competenze si sono rivelate fondamentali nella guida del cambiamento nel settore sanitario, che si trova in una fase di profonda trasformazione (certamente digitale ma, in senso più ampio, anche sui modelli operativi e di business). Con Talent Garden ho imparato l’importanza della creazione di un forte ecosistema di collaborazione, che è fondamentale anche nel settore sanitario. In Accenture e Leonardo ho appreso come dare struttura di business e organizzativa all’execution di idee innovative. Credo che l’innovazione sia alla base del progresso in ogni settore, e la sanità non fa eccezione. Sfruttando la tecnologia e le nuove idee, possiamo migliorare l’accesso alle cure, la qualità dei servizi e l’esperienza del paziente, contribuendo così a creare un sistema sanitario più efficiente e sostenibile.
Il Santagostino ha adottato un approccio “bricks and clicks” che integra gli sforzi fisici e digitali. Potresti illustrarci come equilibrate queste due componenti nel vostro modello di business e quali benefici ne derivano per i pazienti e il team medico?
L’approccio “bricks and clicks” utilizzato dal Santagostino rappresenta una perfetta sintesi tra l’assistenza competente dei professionisti clinici e le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Da un lato, manteniamo un forte legame con la medicina fisica, con centri medici dislocati in diverse città italiane investendo sempre più in spazi confortevoli disegnati per la migliore esperienza medico-paziente e in asset come la diagnostica per immagini e la laboratoristica: al momento a Milano in primis, ma anche molto a Roma. Questi centri medici forniscono un luogo dove i pazienti possono ricevere cure personalizzate e di alta qualità. D’altro lato, abbiamo sviluppato una serie di strumenti digitali che migliorano l’accesso e l’efficienza dell’assistenza sanitaria.
Ad esempio, abbiamo implementato la cartella clinica elettronica, che permette ai medici di accedere facilmente alle informazioni mediche dei pazienti e di coordinare meglio le cure. Come ci ha insegnato anche la pandemia, la sanità del futuro dovrà digitalizzare il più possibile, ma per la sua particolare natura, sarà sempre un mix di attività fisica e digitale. Il contatto da remoto con diversi strumenti, come chat, videochiamate e dispositivi tecnologici come i wearable, può sfociare in prestazioni in presenza, laddove necessario. Santagostino, come sempre, è all’avanguardia in questo settore, con i suoi videoconsulti medici e con la psicoterapia online. Quest’ultima è una vera storia di successo: grazie alle videosedute psicoterapiche, riusciamo a offrire il nostro servizio su tutto il territorio nazionale e anche per gli italiani che risiedono all’estero. Partito per necessità nel lockdown, questo tipo di servizio oggi è scelto da circa il 60% dei nostri pazienti. Continueremo in questa direzione: offrire servizi che prescindono dalla vicinanza territoriale di un paziente a un centro medico
L’adozione di tecnologie all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale e il Big Data, ha il potenziale di rivoluzionare la pratica medica e migliorare i risultati clinici. Considerando l’importanza dei dati nel settore sanitario, quali misure vi impegnate a mettere in atto per assicurare l’accuratezza, la qualità e la sicurezza dei dati utilizzati per tali innovazioni?
Siamo consapevoli dell’importanza della sicurezza dei dati. Per garantire l’accuratezza, la qualità e la sicurezza dei dati, abbiamo implementato un’infrastruttura robusta per la gestione dei dati, basata sul rispetto delle leggi sulla privacy e la protezione dei dati, come il GDPR.
Utilizziamo l’intelligenza artificiale e il Big Data per migliorare i nostri servizi, ma ci assicuriamo sempre che i dati utilizzati siano anonimizzati e sicuri. Inoltre, stiamo lavorando per creare un ambiente in cui i pazienti si sentano a proprio agio nel condividere i loro dati, consapevoli che questi saranno utilizzati per migliorare la loro assistenza e non per altri scopi.
Andrea, hai evidenziato l’importanza di un approccio patient-centric per il Santagostino. Tuttavia, hai anche toccato il tema delle sfide presenti nel sistema sanitario nazionale. Potresti approfondire come affrontate queste specifiche sfide e come il vostro centro si impegna per fornire un’assistenza altamente personalizzata e centrata sul paziente?
Uno dei principali problemi del sistema sanitario nazionale è la difficoltà di accesso alle cure. Noi nasciamo per rendere l’assistenza sanitaria più accessibile attraverso un modello di assistenza basato sul paziente. Questo significa che ci concentriamo sulle esigenze individuali dei pazienti e ci sforziamo di fornire un’assistenza che sia non solo di alta qualità, ma anche conveniente e facilmente accessibile. L’idea di base da cui è partito il Santagostino, 14 anni fa, era quella di offrire un servizio medico di alta qualità a prezzi accessibili per le famiglie. Oggi, con la prospettiva di una carenza drammatica di medici nel prossimo futuro, queste sfide sono ancora più acute. La nostra risposta a queste sfide è multipolare.
Continuiamo a cercare di essere attrattivi nei confronti dei medici, dando loro la possibilità di lavorare in un contesto dinamico, in cui il loro tempo è dedicato interamente alla visita e al rapporto con il paziente, perché di tutto il resto si occupa la tecnologia e una struttura efficiente. Stiamo riorganizzando alcune strutture per specialità e affiancando ai medici altri professionisti che possono collaborare con loro in modo efficace. Ad esempio, nel nostro Centro Donna a Milano, abbiamo inserito ostetriche, e la risposta dei pazienti è stata estremamente positiva Infine, vediamo il digitale come una parte importante della soluzione. I consulti medici tramite chat, i videoconsulti, i dispositivi indossabili di monitoraggio della salute, tutto ciò ci aiuta a estendere la nostra copertura e a fornire un servizio più personalizzato. La digitalizzazione ci aiuterà anche ad affrontare la carenza di medici che minaccia l’intero sistema sanitario.
Pensando alla sanità del prossimo futuro vedo due punti essenziali:
Il primo molto concreto (e che ha più barriere gestionali e di cosiddetta governance che non tecnologiche) è il tema dell’integrazione del dossier clinico dei pazienti che, grazie all’interoperabilità tra tutti i sistemi pubblici e privati porti il paziente e i medici da cui il paziente decide di farsi seguire tutti gli elementi della sua storia clinica integrati in strumenti digitali.
Il secondo è il potenziamento degli strumenti di medicina digitale con l’intelligenza artificiale non in sostituzione, ma a potenziare l’attività clinica dei medici. In questo senso l’integrazione dei dati provenienti da dispositivi indossabili che monitorano la salute sarà sempre più necessaria.
Noi lo stiamo facendo con la app mySantagostino: da applicativo di prenotazione a sistema di Telemedicina con il Diario del Cuore e il Diario della Pelle per il controllo e la classificazione dei nevi, grazie all’intelligenza artificiale. Uno spazio virtuale in cui raccogliere dati, immagini e commenti per poi costruirci esperienze di salute e benessere non meramente virtuali ma concrete grazie al supporto dei nostri medici.
Come avete selezionato Roma come sede per l’inaugurazione del nuovo poliambulatorio? Quali sono stati i principali criteri e fattori che hanno guidato la vostra decisione di estendere il vostro modello di assistenza sanitaria accessibile e ad alto impatto sociale in questa città?
La scelta di Roma come sede del nuovo poliambulatorio è stata guidata da diversi fattori. Prima di tutto, Roma è una città con una grande popolazione, il che significa che c’è un grande bisogno di servizi sanitari accessibili e di alta qualità. Inoltre, Roma è una città con un’infrastruttura sanitaria ben sviluppata, il che ci permette di integrare facilmente i nostri servizi nel tessuto sanitario esistente.
Un altro fattore importante è stata la mission del Santagostino: crediamo che il nostro modello di assistenza sanitaria accessibile e ad alto impatto sociale possa fare la differenza nella vita di molte persone.
Andrea, il Santagostino ha dimostrato un impegno nell’adozione e nell’innovazione tecnologica. Guardando al futuro, come prevedi che la digitalizzazione continuerà a plasmare il settore sanitario nei prossimi anni, e quali opportunità prevedi per il vostro centro medico e l’intero panorama sanitario?
Vedo la digitalizzazione come una forza motrice per il miglioramento del settore sanitario. Non solo ha il potenziale per rendere l’assistenza sanitaria più efficiente e conveniente, ma può anche portare a un miglioramento nella qualità delle cure. Al Santagostino continueremo a essere pionieri e siamo pronti a introdurre l’uso di intelligenza artificiale per migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie.
Vedo anche grandi opportunità per l’intero settore sanitario. Con l’aumento dei dati sanitari disponibili, ci sarà un’opportunità senza precedenti per migliorare la comprensione delle malattie e sviluppare nuovi trattamenti. Inoltre, la digitalizzazione può contribuire a rendere l’assistenza sanitaria più personalizzata, con trattamenti e interventi che sono adattati alle esigenze individuali del paziente. C’è un però: oggi la sanità italiana, pur essendo tra le migliori al mondo, è anche una delle meno digitalizzate tra i paesi dell’OCSE. Quindi deve per forza fare un salto significativo nelle sue competenze digitali.
Ci sono quattro obiettivi principali in questa prospettiva:
Standardizzare su base nazionale il linguaggio digitale in sanità, sia amministrativo che clinico.
Imporre (come dicevo prima parlando di dossier clinico integrato) a tutti gli erogatori pubblici e privati di mettere a disposizione dei pazienti i dati clinici in formato digitale e in tempo reale, e a tutti i soggetti a cui i pazienti desiderano concedere l’accesso.
Trasferire tutte le prestazioni che possono essere fatte con qualità sufficiente su canali digitali.
Assicurare che coloro che guidano le istituzioni sanitarie abbiano competenze digitali.
Ad oggi, nessuno di questi obiettivi è stato perseguito seriamente. L’uso di API (Application Programming Interface) sarà fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi, consentendo lo scambio e l’accesso ai dati in tempo reale. È essenziale, per il terzo obiettivo, che le prestazioni mediche che possono essere digitalizzate siano trasferite su canali digitali. Questo vale soprattutto per la medicina di base. Le tecnologie e gli strumenti per questa digitalizzazione, come videoconsulti, video visite, chat, scambio di immagini e ricette via smartphone, sensori e scambio dati tra dispositivi intelligenti, esistono già e sono pronti per essere utilizzati.
Ciò che serve è la volontà politica e le risorse per realizzarla. Inoltre, le istituzioni sanitarie devono essere guidate da persone con competenze digitali. Questo può essere ottenuto formando nuovi leader con queste competenze o formando coloro che non le hanno. Infine, la digitalizzazione della sanità richiede più volontà politica e determinazione che fondi. Tuttavia, avere fondi a disposizione quando i progetti sono definiti permette realizzazioni rapide e quindi successi immediati.
Ogni euro speso in questo processo è un investimento che a lungo termine porterà benefici anche in termini di costi: una sanità digitale sarà una sanità meno costosa per lo Stato e i cittadini. Questo può avviare un circolo virtuoso di riforme verso una sanità più digitale, migliore di quella attuale.