Per la seconda edizione della Rome Future Week Augmented City porta la sua esperienza nel campo della formazione e della valorizzazione del patrimonio storico e artistico internazionale. Le tecnologie immersive, infatti, possono essere uno strumento potente per avvicinare i giovani alle nostre radici culturali, e il loro sapiente utilizzo nelle scuole diventa un acceleratore per l’apprendimento. Le città sostenibili non possono essere sviluppate senza far crescere la cultura della valorizzazione dei nostri patrimoni fin da bambini, a partire dalle scuole. Da qui parte l’impegno di Augmented City nel mondo della formazione.
Ecco l’intervista a Katherina Ufnarovskaia, CEO di Augmented City, sponsor della RFW 2024.
Come nasce Augmented.City? Da quale esigenza o “visione”?
La realtà aumentata e più in generale le tecnologie immersive, sono uno strumento potentissimo che può essere ben sfruttato in diversi settori quali ad esempio la formazione, la promozione di brand, l’industria e il turismo.
Augmented City parte da una pluridecennale esperienza di un team di ricercatori nel campo della computer vision. L’idea di base era quella di provare a sviluppare un ecosistema di applicazioni che potesse rendere semplice l’utilizzo di queste tecnologie per chiunque, bambini e adulti, a partire dalla creazione di esperienze di realtà immersiva fino alla loro fruizione. Oggi pensiamo di aver raggiunto un ottimo risultato utilizzando un approccio che ci rende diversi rispetto ai nostri competitors.
Cosa offre il vostro ecosistema di AR e perché è così importante per le smart city e la sostenibilità?
Il nostro ecosistema permette in maniera semplice di costruire esperienze AR. Attraverso qualsiasi smartphone o tablet, possiamo aggiungere contenuti virtuali a spazi reali e infine visualizzarli mediante i nostri viewer liberamente scaricabili dagli store. Oggi con le nostre tecnologie siamo presenti in oltre 230 città nel mondo, e questo numero è in continua crescita. Lo sviluppo delle smart city non può prescindere dalla valorizzazione dell’immenso patrimonio delle nostre città. Questo valore va insegnato nelle scuole, avvicinando giovani e giovanissimi anche attraverso strumenti a loro più familiari, come quelli offerti dalle nuove tecnologie.
Quindi avete già avuto esperienze nelle scuole?
Certo! Questo è già il terzo anno in cui organizziamo laboratori in scuole di diverso ordine e grado. Queste esperienze sono nate proprio dalla richiesta di alcuni dirigenti scolastici che ci hanno chiesto aiuto in progetti di istituto. Oggi i nostri interventi si sono tenuti in decine di scuole, non solo in Italia, vedendo la partecipazione attiva di migliaia di studenti.
Lo scorso anno nasce una iniziativa dedicata denominata “School AR Labs”. Si tratta di un programma di apprendimento attraverso le tecnologie immersive con moduli di storytelling durante i quali le scuole definiscono i topic da trattare secondo specifiche materie dei corsi di studio. La nostra maggiore soddisfazione è stata quella di osservare un enorme coinvolgimento dei giovani, soprattutto quando questi appartenevano a scuole in zone disagiate.
Come vedete il futuro dell’interazione uomo-città nei prossimi anni? Quali nuove possibilità si apriranno?
La tecnologia sta facendo passi da gigante nella creazione di smart devices sempre più performanti e miniaturizzati. Quando sul mercato arriveranno dispositivi indossabili come smart glasses a costi accessibili si apriranno scenari molto interessanti per tecnologie come la nostra, dove l’interazione tra utenti e oggetti fisici sarà estremamente semplificata.
Le città aumentate offriranno informazioni in AR su servizi, trasporti, navigazione. Le interazioni sociali saranno aiutate. Le esperienze di shopping si avvarranno di strumenti che aiuteranno gli utenti nelle loro scelte e vetrine innovative potranno mostrare interi cataloghi. L’uso di elettrodomestici, clima e luci delle abitazioni potrà avvenire con semplici sguardi.