Sta per tornare la Rome Future Week® 2024, l’evento sull’innovazione a Roma dal 16 al 22 settembre e chiedersi quale sarà il futuro delle città è quasi d’obbligo.
A fine ottobre sono rientrato da San Francisco dopo una settimana trascorsa lì per uno degli innovation tour che realizzo da una ventina di anni. Durante la pandemia, pensare di riprendere l’attività dei tour sembrava impossibile, invece siamo tornati ad una (apparente) normalità che ha visto me e il gruppo con cui sono andato di nuovo sulle strade di San Francisco, che resta la città tra le più innovative al mondo.
Una tra le cose che più mi è saltata all’occhio è l’aver notato diverse auto senza conducente, di cui avevo letto diversi articoli, Giulia Destefanis e Paolo Mastrolilli per “la Repubblica” per citarne un paio, che ci avevano preparato a questa innovazione non più tanto futuristica.
All’inizio di questo anno, a San Francisco, Waymo, la società del gruppo Alphabet (Google) dedicata alla mobilità del domani, ha messo in strada per il pubblico un servizio di taxi a guida autonoma con le Jaguar i-Pace elettriche. Dapprima anche la Cruise, compagnia della General Motors, era stata autorizzata a far girare le sue auto senza guidatore ma poi è stata bloccata per problemi di sicurezza. Sicurezza che tiene banco in America e nel resto del mondo perché è un’innovazione che viene considerata pericolosa.
Le auto sono dotate di Gps che le guidano sterzando il volante e grazie a sensori che avvertono della presenza di altri veicoli, semafori rossi o verdi, pedoni che attraversano la strada e ostacoli vari. Un’altra importante novità che si vede passeggiando per San Francisco è la quantità di ristoranti e in generale attività ristorative e alimentari che hanno chiuso lasciando il posto a startup di nuovissima generazione, soprattutto del settore dell’intelligenza artificiale che hanno messo la sede nella città simbolo della Silicon Valley, dove un intero quartiere è diventato noto come Cerebral Valley.
Ma saranno queste le città del futuro che dobbiamo aspettarci di abitare?
Siamo aperti alle città del futuro, sì, ma non dimentichiamoci l’importanza di avere sempre uno sguardo green, di prenderci cura del benessere dei cittadini partendo dai bisogni primari.
Roberto Panzarani